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Progetto “Meditazione nelle scuole”

Se a ogni bambino di otto anni venisse insegnata la meditazione, RIUSCIREMMO A ELIMINARE LA VIOLENZA NEL MONDO ENTRO UNA GENERAZIONEDalai Lama.

In cinquecento scuole in tutto il mondo già si praticano tecniche di meditazione. In virtù di ciò, sono sempre più numerose le persone e ragazzi che dedicano del tempo settimanalmente a pratiche meditative più o meno intense.

È certo infatti, che respirazione e conseguente rilassamento apportano oggettivi benefici all’organismo. Ma non è tutto. Trovare del tempo da dedicare a sé stessi e al proprio rilassamento aumenta la produttività, la reattività e positività della persona, creando un effetto benefico che si diffonde all’intera sfera delle azioni e delle relazioni. Meditare fa bene, è appurato, dimostrato e addirittura testimoniato con foto della materia grigia prima e dopo due mesi di pratica.

Inoltre liberando la mente da stress e tensioni riportiamo alla luce comportamenti positivi e virtuosi favorendo empatia e comprensione reciproche. Mente e corpo sono collegati e se qualcosa agisce sulla mente avrà ripercussioni inevitabili anche sul corpo e viceversa.

Cosa succede realmente quando meditiamo? Cosa succede al nostro corpo quando pratichiamo meditazione con costanza?

Innanzitutto, con un esercizio costante, rafforziamo le difese immunitarie, si amplifica il focus e l’attenzione, prendiamo coscienza delle tantissime potenzialità e doti, impariamo a fluire e riconoscere situazioni che non ci appartengono, viene fuori in maniera più chiara la personalità, poiché impariamo come focalizzare la nostra attenzione, lasciando sullo sfondo il resto. Grazie a questa tecnica riusciamo ad allontanare non solo lo stress legato alle tensioni quotidiane, ma anche le sensazioni di malessere puramente fisico.

Meditare a scuola sviluppa più empatia tra i ragazzi, un altro degli incentivi in più per cui le scuole stanno sempre più aprendo una finestra verso questa direzione.

Sebbene molti studi internazionali dimostrino con evidenza empirica l’efficacia della meditazione su corpo e mente, l’introduzione nelle scuole risulta ancora dibattuta. Come detto in precedenza, le tecniche di rilassamento e meditazione agiscono su aree del cervello coinvolte nei processi di apprendimento e di sviluppo della creatività. Meditare aumenta la produttività degli studenti, ma soprattutto accresce l’empatia e la capacità di entrare in relazione con i propri compagni, creando un clima armonioso e contrastando il bullismo.

È evidente che il progetto “meditazione nelle scuole” offra numerosi vantaggi. In virtù di questo, l’introduzione nelle scuole è consigliata e anzi auspicabile, per una maggiore efficacia nella comprensione e nello studio sia in orario scolastico che nei compiti a casa. E non è tutto, anche gli insegnanti possono trarre beneficio: è possibile apprendere metodi per accrescere il benessere generale e la qualità del proprio lavoro.

Ecco solo alcuni elenchi di scuole che già praticano queste tecniche.

In Italia l’istituto di istruzione superiore V. Capirola di Leno, provincia di Brescia, è stato il primo a sposare il progetto meditazione a scuola. Il corpo docente ha introdotto ad inizio e fine lezione tecniche meditative, di rilassamento e riposo guidato.

La scuola media Don Milani di Montirone, sempre nella stessa provincia, è stata la seconda ad inserire nella programmazione esercizi di meditazione da svolgere in classe, prima e dopo le lezioni, per massimizzare apprendimento e assorbimento delle nozioni.

Ha seguito il buon esempio anche il liceo ginnasio statale Alessandro Manzoni di Milano e speriamo che molti altri istituti possano prendere esempio e spunto dalla virtù di questi precursori della buona scuola.

La meditazione a scuola si presenta come una proposta valida e vantaggiosa, sotto diversi punti di vista: il rendimento medio degli studenti, la serenità del personale coinvolto, la possibilità di dimostrare la validità di discipline non canoniche e tuttavia preziose. Senza contare che molti progetti di questo tipo sono promossi dalla Comunità Europea attraverso finanziamenti economici rilevanti. I benefici della meditazione non si esauriscono qui e non si limitano ad uno stato emotivo maggiormente fiducioso e consapevole.

La meditazione, praticata con continuità e consapevolezza, apporta oggettivi giovamenti anche al cervello. In particolare una ricerca del Massachussets General Hospital di qualche anno fa aveva osservato, dopo circa 8 settimane di meditazione, una trasformazione della materia cerebrale con un significativo aumento di volume dell’ippocampo destro, implicato nelle emozioni e nelle intuizioni. Quello che alcuni sostenevano senza alcuna evidenza empirica, dunque, era finalmente confermato dalla scienza.

Ma come è stato possibile osservare l’azione di pratiche meditative sulla materia cerebrale? E chi assicura che a provocare i cambiamenti sia stata davvero questo tipo di esercizio?

I ricercatori del Massachussets General Hospital e dell’Università del Massachussets, al fine di rendere oggettivamente misurabile i risultati del loro studio, avevano scelto un campione di 16 persone. Ai 16 partecipanti erano state scattate delle foto sia prima della pratica – per stabilire le condizioni di partenza – sia dopo 8 settimane di meditazione. Ebbene dopo due mesi in cui i pazienti avevano praticato meditazione per circa 27 minuti al dì, la materia dell’ippocampo risultava sensibilmente più estesa. Ma c’era di più. Gli scienziati avevano potuto osservare anche un miglioramento nella funzionalità dell’amigdala, fondamentale nella gestione di stati ansiosi.

Dunque era ed è reale: la meditazione fa bene al cervello, favorendo un vero e proprio cambiamento fisico dello stesso, funzionale ad un maggiore controllo di stress e tensione nonché di patologie croniche legate a questi due fattori.

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